Il Candelabro
Si tratta di un gigantesco bassorilievo evidenziato sull’arido pendio di una grande collina sabbiosa che finisce ripida sulla scogliera settentrionale della penisola, ottenuto asportando lo strato più superficiale del terreno per 50-60 centimetri dal mare il Candelabro appare in tutta la sua imponenza: 183 metri di altezza, più di 100 di larghezza ed un “fossato” centrale largo 5-6 metri.
Il mistero sull’origine e sullo scopo del manufatto è totale, non essendo chiara neanche la sua antichità. Per molti il manufatto è da porre in relazione con le vicine Linee di Nazca, da alcuni interpretate come segnali di antichissime “piste di atterraggio” per misteriosi mezzi volanti. In tal caso il Candelabro, orientato verso Nord-Ovest, sarebbe servito come indicatore di direzione per i mezzi spaziali.
Altri archeologi preferiscono considerarlo un simbolo antico dei Cabeza Larga, i misteriosi costruttori delle numerose camere funerarie sotterranee della necropoli di Paracas, le cui inquietanti mummie con corredo funebre si sono incredibilmente conservate fino ad oggi grazie al clima straordinariamente secco: in questo caso il Candelabro sarebbe una misteriosa testimonianza delle scomparse e poco conosciute culture sviluppatesi dalla prima metà del III millennio a.C. fino al X secolo della nostra era.
Ma i ritrovamenti delle straordinarie Pietre di Ica, e i miti sudamericani dei misteriosi visitatori Viracochas aprono sempre più affascinanti scenari e contribuiscono ad alimentare i misteri della zona.
Per altri ricercatori e studiosi dell’insolito il Candelabro sarebbe solo il simbolo della conquista di quel territorio da parte delle forze armate dello scomparso continente Mu, all’epoca del massimo espansionismo di questo mitico impero, che già tendeva a dominare il mondo circa 17000 anni prima di Cristo. In altri termini si sarebbe trattato di una sorta di emblema tracciato per celebrare una vittoria o per segnalare un confine.
Altra teoria è quella che il Candelabro abbia solo poche centinaia di anni e che sia stato un segnale per i pirati che infestavano le coste peruviane nel XVI e XVII secolo.
Il significato del simbolo
I significati essoterici ed esoterici del simbolo tracciato sulla collina di Paracas possono essere diversi secondo il contesto storico o preistorico in cui si voglia collocare il manufatto, ma gli studi scientifici sul geoglifo sono piuttosto scarsi, e pochi sono i tentativi di interpretazione.
Analizzando il significato degli antichi simboli universali, si può riconoscere alla base del geoglifo un rettangolo, che potrebbe rappresentare la Terra, da cui sembra emergere l’Albero della Vita, ricco di germogli, simbolo anche dell’asse del mondo e dell’uomo divino, dalla duplice essenza: il tramite fra la Terra ed il Cielo. L’albero sacro è presente in molte antiche culture, con significati spesso cosmologici, altre volte salvifici. Si pensi solo al mitico Yggdrasil della mitologia nordica, o al biblico Albero della Conoscenza del Paradiso Terrestre.
Infatti, nel glifo è evidente anche una croce o una Tau, (antichissima lettera sacra dei primi alfabeti conosciuti) che richiama i concetti di albero cosmico e asse del mondo, oltre ad avere il significato di “segno”, origine, intesa anche come orientamento e direzione nello spazio e nel tempo. Recentemente c’è chi ha interpretato il Candelabro come un simbolo della costellazione polare meridionale detta Croce del Sud.
Il triangolo che sormonta il braccio orizzontale della croce rafforza i concetti già espressi con la più essenziale rappresentazione della tripartizione sacra, che è presente nella Trinità dei cristiani come nella Trimurti degli induisti. È necessario inoltre ricordare come questo simbolo richiami il numero tre e sia quindi l’emblema della creatrice della vita, la Grande Dea Madre delle culture preistoriche e protostoriche dell’Europa. Anche la madre di Gesù, Maria, fu spesso associata all’Albero della Vita, in quanto il suo frutto era destinato a salvare l’umanità.
Inoltre la croce rappresenta il numero quattro, così come il triangolo è simbolo del tre: il triangolo e la croce insieme sono all’origine del sette (3+4=7) e del dodici (3×4=12), i più sacri fra i numeri di ogni tradizione esoterica.
Infine i tre bracci verticali terminano in figure che potrebbero essere boccioli di fiori di loto, simboli che rafforzano i concetti di vitalità, creazione, resurrezione e sublimazione.